La facoltà umana di Apprendere, o Imparare, è generalmente definita come la Capacità di acquisire le nozioni e le conoscenze necessarie per conseguire e/o migliorare l’adattamento all’ambiente in cui si è inseriti.
Se consideriamo la possibilità di migliorare il nostro Adattamento all’Ambiente e, allo stesso tempo, ci sforziamo di ampliare il senso della parola Ambiente, risulta chiaro come la facoltà dell’Apprendimento sia osservabile da prospettive diverse ma ugualmente orientate verso una percezione di Opportunità, quasi a suggerire l’inestimabile valore di tale facoltà, non soltanto dal punto di vista accademico e Scientifico, ma altresì Personale e Sociale, finanche Spirituale.
L’ APPRENDIMENTO secondo la VISIONE SCIENTIFICA
In Psicologia, l’ Apprendimento coincide con un Processo Cognitivo definibile come una modificazione relativamente duratura e stabile del comportamento, a seguito di una esperienza, di solito ripetuta più volte nel tempo.
In quest’ottica, l’Apprendimento va però distinto da un diverso tipo di modificazioni del comportamento, ovvero da quelle dovute a condotte istintive o anche a quelle provocate da processi maturativi.
Tra gli aspetti sostanziali dell’Apprendimento, spicca la duplice Natura che lo caratterizza, grazie alla quale esso comporta, ad un tempo, sia un Vantaggio Evolutivo, sia un Costo, esprimibile in termini di sforzo, tempo, fatica, impegno, etc. Appurato ciò, è importante riconoscere come la specie umana sia in grado di costruire, quindi progettare ed intraprendere il proprio Apprendimento.
Gli STUDI sull’APPRENDIMENTO, effettuati nel corso di decenni in Modalità Sperimentali, si possono sintetizzare in una serie di diverse Metodologie:
- L’Apprendimento per Condizionamento Classico, o Pavloviano.
- L’Apprendimento Strumentale o Operante, i cui pionieri sono stati Thorndike e Skinner.
- L’Apprendimento Osservativo, teorizzato da Bandura.
- L’Apprendimento per INSIGHT, basato sulle ricerche della scuola della Gestalt.
1. Il CONDIZIONAMENTO CLASSICO o Pavloviano
Una capacità che accomuna molti esseri viventi è quella di cogliere i nessi (legami) associativi tra eventi. Poiché tali nessi sono “causali”, accade che ad un evento ne segua un altro, così come accade che uno stimolo produca una risposta. Il primo ad aver studiato sperimentalmente questi nessi fu il fisiologo russo Pavlov (1849-1936), premio Nobel nel 1904.
Al principio dei suoi esperimenti, Pavlov notò che mettendo del cibo (stimolo) nella bocca di una cane, si osservava un aumento della sua salivazione (risposta). Definì questa risposta: risposta riflessa (automatica).
Casualmente, Pavlov si accorse poi che i cani producevano saliva, anche con eventi che precedevano il cibo, ad esempio udendo i passi dell’inserviente (che normalmente portava loro il cibo), oppure alla sola vista della ciotola.
Questi eventi, che per lo più avvenivano annunciandosi attraverso una forma sonora (lo scalpiccio dei passi, il suono della ciotola posata a terra, etc.) producevano un riflesso (risposta) non innato, bensì “appreso” o “condizionato”.
Pavlov decise quindi di studiare tali riflessi condizionati in modo sistematico, attraverso una metodologia sperimentale:
incominciò ad associare la presentazione del cibo con l’utilizzo di un campanellino, che veniva agitato al fine di produrre uno stimolo sonoro specifico.
Di seguito, osservò come i cani iniziassero a salivare al solo suono del campanellino, anche in assenza di cibo, poiché avevano appreso l’associazione dei due stimoli (sonoro e gustativo).
Pavlov dimostrò quindi che uno stimolo inizialmente neutro, presentato per molte volte in stretta contiguità temporale con uno stimolo che per sua natura evoca una risposta riflessa, è in grado di evocare una risposta riflessa simile.
2. APPRENDIMENTO STRUMENTALE o OPERANTE (Thorndike e Skinner)
2a. APPRENDIMENTO PER PROVE ED ERRORI – Thorndike (1874-1949).
Questa particolare forma di Apprendimento è stata studiata dal ricercatore Thorndike, il quale, per i suoi esperimenti era solito utilizzare una gabbia detta problem box, in cui inseriva animali, spesso gatti, i quali, una volta messi in questa gabbia, cercavano la maniera di uscire.
Così facendo compievano movimenti alla “cieca”, fornendo casualmente risposte giuste e sbagliate.
L’animale, provava diversi comportamenti (graffiava, mordeva, ecc.), ma riesce ad uscire solo premendo la leva, ovvero individuando la Risposta Corretta.
Di seguito, Thorndike notò che le risposte non corrette tendono ad essere abbandonate e, viceversa, quelle corrette ad essere ripetute, elaborò, pertanto, due Leggi o Teorie:
– Legge dell’Effetto: l’Apprendimento avviene in funzione delle conseguenze che il comportamento produce.
– Legge dell’Esercizio: comportamenti esercitati per un numero maggiore di volte (o con maggior frequenza) hanno più probabilità di venire usati in condizioni simili.
2b. APPRENDIMENTO OPERANTE o STRUMENTALE – Skinner (1904-1990)
Successivamente, lo psicologo statunitense Skinner, riprese e ampliò le ricerche di Thorndike, attuando una distinzione fra Comportamenti Rispondenti e Operanti:
Rispondente: comportamento che deriva da riflessi innati o appresi.
Operante: comportamento che è emesso spontaneamente dall’organismo
Skinner era interessato solo alla sequenza Stimolo – Risposta, e non alla Mente o ai processi mentali coinvolti nell’ Apprendimento, poiché considerava la Mente una “black box” non osservabile e, quindi, da ignorare.
L’Esperimento più celebre di Skinner è quello del Ratto e della Leva erogante il Cibo:
L’animale (generalmente un ratto) veniva messo in una gabbia (detta Skinner box), la quale era dotata di una leva, di un distributore di cibo, di un pavimento elettrificabile, e di un dispositivo per la registrazione automatica delle risposte. All’interno della gabbia, l’animale eseguiva molte azioni e solo accidentalmente premeva la leva. Poiché la leva era coordinata al distributore di cibo, in coincidenza della pressione della leva il ratto otteneva del cibo. Il cibo costituisce dunque uno “stimolo rinforzante” poiché ha la funzione di ricompensa. In questo modo, e in pochi minuti, l’animale apprendeva l’Associazione fra premere la leva e l’erogazione di cibo. La dimostrazione dell’avvenuto Apprendimento per Associazione coincideva con l’atto ripetuto e intenzionale del ratto di pressione della leva, in seguito cui otteneva quantità maggiori di cibo.
Di conseguenza, l’animale affamato ripeteva più volte l’operazione, esercitando il Condizionamento Operante.
Analizzando più nel dettaglio l’esperimento sopra descritto, si evidenziò che i Comportamenti Operanti, aumentano in funzione del Rinforzo e Diminuiscono in funzione della Punizione.
Inoltre, Skinner elaborò la particolare Tecnica del MODELLAMENTO (o Shaping), secondo la quale si può favorire l’Apprendimento, erogando un Rinforzo, non solo in occasione della “giusta” Risposta, ma anche ad ogni cenno di avvicinamento ad essa.
Ad esempio, nell’esperimento sopra descritto, un animale poteva impiegare molto tempo prima di premere a caso la leva. Tuttavia, Skinner dava una ricompensa ogni volta che si avvicinava alla leva, rinforzando così la risposta di avvicinamento, e rendendo ogni volta più probabile la risposta finale, “corretta”, di premere a caso la leva. In questo modo, l’animale capiva che quella appena data era la risposta corretta e che la “direzione” era quella corretta.
Possiamo osservare in molti contesti, anche quotidiani, come Modellare il comportamento per mezzo di Approssimazioni Successive sia una tecnica ampiamente adottata per modificare il comportamento umano. Ad esempio, le operazioni messe in atto dai genitori per insegnare a parlare ai propri figli, mostrano come i genitori adottino frequentemente la tecnica delle Approssimazioni Successive: dapprima rinforzano i loro bambini per ogni forma di vocalizzazione (mediante l’attenzione, il sorriso e altre forme di rinforzo sociale), poi, più selettivamente, rinforzano quei balbettii che si avvicinano alle parole, in seguito rinforzano solo la corretta pronuncia e così via, sino al raggiungimento dell’obiettivo che, in questo caso coincide con l’acquisizione della Parola.
3. l’ APPRENDIMENTO OSSERVATIVO (A. BANDURA)
Tra i teorici dell’Apprendimento Sociale, emerge infine il contributo dello psicologo Albert Bandura, il quale evidenziò come sia possibile Apprendere anche osservando un modello e cercando di imitarlo.
Tale forma di Apprendimento è detta Apprendimento Osservativo.
Affinché l’Apprendimento Osservativo sia efficace, è però necessario che siano attivi alcuni processi cognitivi:
a) che si presti Attenzione al modello.
b) che ci si rappresenti in Memoria la sequenza di azioni che il modello compie.
c) che si sia in grado di Riprodurre la sequenza a livello motorio (Riproduzione Motoria).
d) che vi sia una certa Autoconsapevolezza.
5.L’APPRENDIMENTO per INSIGHT nellaTEORIA DELLA GESTALT
Parallelamente agli studi effettuati dallo psicologo cognitivista Tolman, che evidenziò come il processo dell’Apprendimento, quale modificazione del comportamento, potesse avvenire in via non associativa (Apprendimento Latente), anche lo psicologo e filosofo tedesco Wolfgang Köhler (1887-1967) si oppose al Principio dell’Apprendimento per Prove e Errori, teorizzato da Thorndike.
In particolare, Kohler, tra i massimi esponenti della Scuola Psicologica della Gestalt, affermò che l’Apprendimento è l’esito di un Processo Intelligente, il quale presuppone la capacità di collegare in modo Unitario elementi sparsi, che precedentemente erano considerati isolati.
KÖHLER utilizzò il concetto di INSIGHT per descrivere il processo (intuitivo) attraverso cui l’Apprendimento è possibile, descrivendo quindi uno scenario in cui gli “elementi sparsi nel campo” vengono connessi in modo unitario e improvviso, grazie ad una ILLUMINAZIONE o INTUIZIONE, detta Insight.
Come si può facilmente comprendere, l’Insight è dunque uno Stato che comporta una ristrutturazione del campo cognitivo.
Secondo la prospettiva Gestaltista, pertanto, con il sopraggiungere dell’INSIGHT, sugli elementi prima sconnessi avviene una “chiusura”, e gli elementi vengono riorganizzati in una nuova configurazione mentale: in questo modo si verifica l’Apprendimento.
Gli esperimenti dello psicologo Kölher con gli scimpanzé, effettuati nell’anno 1917, rappresentano chiari esempi di apprendimento per Insight:
Kölher collocava gli scimpanzé all’interno di una gabbia, dopo aver predisposto un setting situazionale apparentemente irrisolvibile: oltre le sbarre, all’esterno della gabbia, o al suo interno ma in posizione irraggiungibile (ad esempio appeso al soffitto), era stato posto un casco di banane, tanto allettanti quanto inaccessibili. Come presumibile, l’animale si cimentava ripetutamente nello sforzo di afferrarle, senza tuttavia riuscirvi e, dopo un certo numero di tentativi falliti, rinunciava, tornando rassegnato alle attività precedenti.
Accadeva quindi, che manipolando altri oggetti presenti all’interno della gabbia, ad esempio una serie di scatole, gli scimpanzé avessero un Insight che forniva loro la soluzione più congeniale, e fossero in grado di utilizzare gli oggetti a loro disposizione, in questo caso le scatole, con la funzione di estensione delle braccia per prendere le banane.
Secondo Köhler, i tentativi degli scimpanzé non erano casuali, bensì intelligenti: infatti, l’animale si comportava come se stesse valutando la situazione, formulando poi ipotesi di soluzione del problema e, quindi, verificando la soluzione attraverso azioni mirate.
Verificandosi l’Apprendimento per Insight, poiché la Ristrutturazione Cognitiva avveniva d’Improvviso, per Intuizione, accadeva che, dopo la prima intuizione gli scimpanzé diventassero in grado di ripetere l’azione consapevolmente.
Questa deduzione, rappresenta un passaggio cruciale nel rapporto tra Logica e Intuito in Psicologia e, in particolare, discostandosi dai modelli precedentemente illustrati, restituisce all’Intelligenza Intuitiva tutta la sua Naturale Importanza.
Il termine In-tuito, da latino tuitus che significa insegnato, può dunque tradursi come insegnato dentro, o auto-insegnamento.
Nell’antica Grecia, l’ Intuito coincideva con il Noùs, collocato oltre i fenomeni sensibili e la percezione fisica, e ben oltre il pensiero logico, la dialettica, il raziocinio.
In Psicologia dunque, il movimento della Gestalt prima, e la psicologia cognitiva successivamente, identifica il concetto di Intuito, immediato e improvviso, con quello di Insight, letteralmente tradotto dall’inglese Vista Interna o Interiore (In – Sight).
L’Intuizione assume quindi, in ottica psicologica, il significato di una particolare forma di Apprendimento, grazie a cui è possibile acquisire comportamenti e giungere a soluzioni senza l’utilizzo del ragionamento.
Frutto di Insight sono dunque le geniali intuizioni scientifiche non scaturite da approcci empirici, sulla scia del leggendario Eureka di Archimede, così come ogni altra soluzione o comprensione improvvisa che, apparentemente irreperibile se ricercata nell’ambiente esterno, affiora invece spontaneamente “guardando dentro” ovvero, ponendosi in ascolto dell’Intelligenza Interiore, innata ed intuitiva, di cui ciascuno è dotato.
“L’intuizione è la capacità di vedere con la nostra anima”
(Dean Koontz).
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