La Psicologia è oggi definita come la ”Scienza che studia l’Attività Psichica, il Comportamento Umano, e/o la Personalità, al fine di definirne le leggi”.
Dunque, in veste di Scienza che studia l’Attività Psichica, la Psicologia focalizza l’Attenzione su quella che viene comunemente definita Soggettività Individuale, ovvero sull’insieme dei fenomeni direttamente osservabili solo dall’individuo che ne fa esperienza.
D’altro canto, la Psicologia intesa quale Scienza che indaga il Comportamento Umano ha invece, come oggetti di studio, le reazioni umane obiettivamente osservabili, ovvero l’insieme dei fenomeni che possono essere osservati in altri individui, comprendenti sia gestualità che espressione verbale, oltre che ogni forma modalità comunicativa, e di espressione delle reazioni interiori e delle azioni.
Intesa infine come Scienza che studia la Personalità degli individui, la Psicologia identifica il proprio Focus, la Personalità, con quella particolare Individualità Bio-Psico-Sociale in cui può riconoscersi ogni essere umano, ovvero l’Unità Dinamica in cui si integrano i tre aspetti caratterizzanti ciascun individuo: biologico, psicologico e sociale.
Dal punto di vista sia Accademico che Clinico, la Psicologia è pertanto una Scienza che indaga un ambito versatile ed esteso, spaziando tra lo studio Biologico e quello Sociale al fine di comprendere, spiegare, riabilitare e/o sviluppare il Funzionamento dell’Individualità soggettiva.
Tuttavia, dal punto di vista linguistico e semantico, l’introduzione della parola Psicologia viene generalmente attribuita allo studioso tedesco Filippo Melantone, latinista e grecista che, secondo fonti accreditate, coniò il termine Psychologia per definire l’insieme delle conoscenze filosofiche, letterarie e religiose sull’Anima Umana.
Seppur facilmente riconoscibile, la natura etimologica di Psicologia, dal greco Psyché (tradotto: Anima, Soffio Vitale, Respiro Vitale), risulta quindi piuttosto lontana dagli oggetti di studio consueti della scienza psicologica contemporanea, la cui tendenza predominante è sempre più orientata su un approccio tipicamente neuroscientifico e, quindi, sempre più incline ad individuare ed indagare, in via pressoché esclusiva, nessi e correlazioni tra le componenti del Cervello, o del Sistema Nervoso Centrale, e il Comportamento Umano.
Le neuroscienze gravitano, in generale, intorno allo studio del sistema nervoso umano, caratterizzandosi in base all’area specifica di cui si ricercano corrispondenze sul piano neurale, e diversificandosi quindi, ad esempio in neurobiologia, neurochimica, neurofisiologia, neuropsicologia.
Negli ultimi decenni, lo studio del cervello umano, a livello sia anatomico sia neurale, ha effettivamente condotto ad una quantità e qualità di conoscenze circa il ruolo svolto dalle strutture encefaliche, e dalle relative connessioni, nel Comportamento, nel Rendimento e nel Funzionamento dell’Individuo, all’interno dei diversi contesti socio-ambientali in cui la Psicologia ha esteso i propri campi di azione: scolastico, professionale, familiare, sociale, sportivo, etc.
Ma pur alla luce di risultati e conquiste rivoluzionari, coltivare stili di indagine verso la Psiche Umana esclusivamente incentrati su studi di tipo neurologico (funzionale) o anatomico (strutturale), rischia tuttavia di allontanarci in modo irreversibile dalle finalità originarie della Scienza Psicologica, che sono la Cura, il Nutrimento e l’Evoluzione dell’Anima Umana, oltre a perseguire un tipo di Comprensione vagamente meccanicista che mal si adatta allo stesso oggetto di studio.
In questo senso, concentrare l’Attenzione sulla struttura anatomica del cervello al fine di indagare la Psiche, può evocare uno scenario, neanche troppo surreale benché poco sensato, in cui qualcuno interessato a comprendere il funzionamento e le potenzialità di Internet decidesse di procedere nell’osservazione minuziosa del modem, delle sue componenti e delle relative connessioni luminose.
Il Termine Psiche sintetizza l‘insieme di quelle funzioni cerebrali, emotive, affettive e relazionali dell’individuo (funzioni psichiche), che esulano dalla sua dimensione corporea e materiale.
Il concetto di Psiche affonda le sue radici nell’antica poesia greca, e si riconduce direttamente a quello di Animo Umano.
Omero descrive l’Anima come un’ Essenza, il Soffio Vitale, presente in ogni individuo che, quando lascia il corpo negli istanti della morte fisica, si libera fuoriuscendo dalla bocca o attraverso la ferita letale. Da Aristotele a Platone, attraverso le analoghe visioni dei filosofi greci, il filo conduttore della Psicologia attraverso i secoli ha coinciso con una concezione del Corpo Biologico come entità tenuta in vita (“Animato”) dall’Anima, in assenza della quale l’involucro fisico è destinato a giacere inerte.
Secondo la visione Platonica, l’Anima precipita nell’involucro corporeo dall’Iperuranio, la dimensione astratta del Mondo delle Idee e, quindi, ogni livello di Conoscenza acquisibile in vita è riconducibile al ricordo dell’Anima delle Idee contemplate in quello spazio metafisico.
E’ straordinario come la stessa visione platonica di un Anima Individuale affiancata da una Universale, che ne rappresenta l’origine ed il fine simultaneamente, si ritrovi nelle tradizioni orientali antecedenti di secoli e diffuse a distanze geografiche incolmabili per l’epoca.
A partire dai Veda, i testi sapienziali alla base della tradizione Yogica, le analogie con la filosofia greca antica lasciano intuire, più che supporre, una continuità di pensiero storicamente diffusa in tutto il mondo e, per ovvi motivi di sviluppo tecnologico, non ascrivibile ad una comunicazione tra continenti o scienziati, e dunque, dovuta, con tutta probabilità alla Tensione UnAnime e comprovata verso Una Verità universalmente condivisibile.
In campo medico, fino al 1600-1700, il paradigma della Medicina era di tipo olistico, quindi coerente col principio platonico di “Curare l’Anima, se si vuole curare anche il Corpo”, e il terapeuta si prendeva cura della Persona in ogni suo risvolto. Successivamente, attraverso un’articolata serie di incoraggianti tappe consequenziali, il progresso scientifico ha lentamente condotto ad un approccio medico non soltanto diversificato per area di intervento ma anche ultra specialistico all’interno della stessa area disciplinare: se in ambito chirurgico chi cura il rene non cura il cuore, in ambito psicoterapeutico chi cura i disturbi dell’apprendimento generalmente non cura i disturbi dell’alimentazione o, comunque, non ne fa un tratto professionalmente distintivo.
Il clamoroso progresso scientifico, ha quindi dato vita a specializzazioni sempre più circoscritte, dalle quali sono scaturite straordinarie conquiste in termini di conoscenze e approfondimenti, ma al cui seguito ci si è inevitabilmente allontanati dalla consapevolezza della Connessione Naturale che esiste tra i diversi livelli della Vita Umana, e che riconduce ogni singolo stato di Benessere o Malessere esperibile dall’Individuo, sia fisico sia mentale, al Funzionamento della Psiche Umana.
Riportare l’Anima al centro dell’Interesse della Scienza Psicologica diventa dunque un passaggio fondamentale proprio ai fini della valorizzazione delle conquiste in ambito neuroscientifico e dei progressi clinico-diagnostici, quali tappe emblematiche dello sviluppo di una Scienza storicamente combattuta tra l’approccio filosofico e quello empirico: è infatti anche attraverso strumenti e metodologie di precisione che la Psicologia può oggi accostarsi all’Anima Umana, Fonte Energetica indispensabile all Vita, con rinnovata circospezione e maggiore consapevolezza, avvicinando in questo modo le due facce tradizionalmente contrapposte, scientifica e spirituale, di un Unica Realtà.
L’Anima risiede nel Cuore dell’Essere Vivente ed è la Fonte delle Energie che mantengono in vita il corpo. La sua Forza Vitale, la Coscienza, pervade ogni parte del corpo, rendendolo sensibile al dolore e al piacere. (A.C.Bhaktivedanta Swami Prabhupada)
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